Intrigante. Fantascienza che non lo è. Parliamo del nuovo libro di uno dei maggiori autori Usa, Don DeLillo, figlio di emigranti italiani.Nel suo lavoro (da poco tradotto in tedesco, ma ve lo segnaliamo comunque perché arriverà anche in italiano) affronta l’ultimo sogno umano: l’eternità. Un sogno rincorso dentro un istituto chiamato ‘Null K’ (ovvero meno 273,15 °C, la temperatura più bassa possibile, dove i super-ricchi si fanno congelare per un giorno tornare in vita e usufruire di una medicina ancora più avanzata). Anno 2050. Non l’ho ancora letto, ma il finale – citato sulla recensione di sabato sul Tages-Anzeiger – mi è piaciuto. Forse più della trama. Jeff, il protagonista, che ha seguito da vicino il progetto di congelamento dei suoi genitori, sale su un bus di una qualsiasi metropoli. Accanto c’è un ragazzino che esprime la sua meraviglia per la bellezza del tramonto fuori dal finestrino. Probabilmente il suo primo crepuscolo. Anche Jeff vede, ma è incapace di provare la medesima emozione. La può solo comprendere, scrive l’autore: perché una seconda volta non la può rivivere. Fantascienza? No, metafisica.